Madagascar!

Mi piaci se ti muovi, mi piace come muovi!

Ebbene sì, chi di voi non l’ha mai cantata dopo aver visto il cartone?

È più forte di voi, vero? “e allora muovi!!”

Tre, due, uno: è così che è partita la mia preparazione verso il Madagascar,

una terra dalle mille sfaccettature.

re julien

 

Con un biglietto per Nosy Be ero pronta ad andare a conoscere Re Julian ed i simpaticissimi lemuri. Il 28 novembre 2017, con il mio trolley alla mano, scesi dall’aereo e fu subito un’altra realtà! Faceva caldo e l’aeroporto era tutt’altro che moderno, ma non vedevo l’ora di uscire dalla porta per vedere ciò che mi circondava. Lungo il tragitto dall’aeroporto al villaggio, rigenerata da una bottiglietta d’acqua gelata, iniziai a guardare fuori dal finestrino e a pensare: “wow, sono davvero in Africa! Fammi vedere un po’ com’è!”.

Persi il mio sguardo nella ricca vegetazione, nelle strade sterrate e fangose e nei dettagli che il nostro assistente ci faceva notare: “Ecco lo vedete quello? È l’albero di Ylang Ylang, dai suoi fiori viene estratta una fragranza che è alla base dei profumi più famosi e qui in Madagascar ci creano anche tanti oli essenziali”, “e quello lì lo avete visto? È lo Zebù, un animale simbolo di questa terra, assomiglia ad una nostra mucca, ma ha una gobba e grandi corna”. Tra un racconto, una curiosità e piccole informazioni tecniche ormai eravamo giunti al villaggio, il Palm Beach Resort & SPA, dove un’accoglienza tutta malgascia ci stava attendendo! Un gruppo di donne, vestite con gli abiti tradizionali ballava e cantava per darci il benvenuto.

Zebù madagascar
tramonto malgascio

I primi due giorni li abbiamo trascorsi nel villaggio, approfittando del tempo a disposizione per ambientarci e scoprire un po’ le meraviglie di questo posto. La mattina, dato il periodo, il sole si faceva attendere, ma verso le 10 era tempo di spiaggia! Un pisolino, un bagnetto, un’escursione in canoa, il free bar ricco di succhi e spremute tropicali. Un trattamento alla SPA, qualche chiacchiera con gli animatori e del sano relax! Per chi volesse, era anche possibile fare una passeggiata nei dintorni del villaggio, dove alcune piccole botteghe e bancarelle offrivano piccoli manufatti locali, abiti e souvenir. 

Per i più avventurosi e bramosi di un giro in tuc tuc si prospettava anche una gita, giornaliera o serale, ad Ambatoloaka, un piccolo paesino nelle vicinanze del villaggio dove si concentrano localini e negozietti. Un piccolo contesto dove immergersi nella realtà locale.

Il terzo giorno ci aspettava una escursione di un’intera giornata presso le 3 isole: Nosy Komba, Nosy Tanikely e Nosy Sakatia. Salpati dalla nostra spiaggetta siamo partiti in direzione di Nosy Komba dove attraverso i suoi sentieri abbiamo scoperto un villaggio di pescatori tutto adorno di grandi teli colorati, tovaglie e bancarelle, che offrivano a noi turisti la possibilità di conoscere l’artigianato locale, ma anche le numerose spezie ed i frutti locali. Proseguendo poi lungo il sentiero, siamo arrivati al punto tanto atteso dai più: il parco dei lemuri! Finalmente li stavamo per incontrare! Camminando in silenzio, in cerca di avvistamenti speciali, ad un tratto mi sento afferrare e posizionare spalle ad un albero. Con una banana in mano, la guida ha iniziato ad urlare “MAKI MAKI MAKI” e porgendomi un pezzo di banana sul palmo della mano, tutto ad un tratto ho sentito un peso sulla spalla e sulla testa. E si cari amici avevo giusto giusto una mamma lemure con cucciolo annesso addosso, pronta a spazzolarsi tutta la banana a mia disposizione. Devo dire che ero un po’ spiazzata, ma allo stesso tempo emozionata! Avevo un pelosissimo e carinissimo lemure (Maki) ad un cm dalla faccia e mi sentivo l’attrazione del momento con 30 cellulari pronti a scattare foto su foto! Sarei stata li tutto il giorno, ma ho dovuto cedere il mio posto e lanciarmi a fare fotografie a tutti gli altri lemuri che si erano avvicinati! Bellissimi! 

camaleonte web

Finito il tempo “ama i lemuri finché puoi” i nostri tour leader ci hanno richiamato all’ordine per portarci a scoprire gli altri animali che abitavano questa piccola foresta: serpenti, camaleonti di vari colori e dimensioni, insetti particolari e tartarughe piccole e giganti. Tornando poi verso le imbarcazioni, abbiamo avuto del tempo per iniziare a prendere qualche souvenir e far felice qualche bambino con qualche nostro piccolo oggetto “occidentale”.

Lasciata Nosy Komba ci siamo diretti a Nosy Tanikely, il parco nazionale marino, dove ci siamo concessi un po’ di snorkeling in questo paradiso sottomarino abitato da tartarughe di mare e svariati pesci tropicali e colorati. Per chi invece non ama il mondo dell’immersione, sull’isola si poteva godere di un mare cristallino, di un riposino all’ombra di una palma e di una bella passeggiata fino al faro, situato sulla cima. Infine, a completamento del nostro tour, siamo approdati a Nosy Sakatia: l’isola delle tartarughe. Qui ci aspettava un lauto pranzetto e un pomeriggio di sano relax in questa esclusiva spiaggia.

Il quarto giorno, approfittando di un’altra giornata a nostra disposizione e di un piccolo appuntamento di lavoro, abbiamo deciso di approdare a Nord dell’isola, nella baia dell’Andilana. Questa parte di Nosy Be gode di un mare di un colore cristallino e una lunga spiaggia di sabbia fine.

Lungo il tragitto in auto, ci siamo immersi nella vera realtà Malgascia. Persone che riparavano la strada di fango, coprendo le buche che si erano create con la forte pioggia notturna, donne che lavavano i panni lungo piccoli fiumi o che lavoravano nei campi. Ma quello che mi ha colpito di più sono stati i bambini, che nel vederci passare, ci salutavano con quella naturalezza e sincerità che ti riempie il cuore. Con quel sorriso che gli ricopriva tutto il volto e che ti trasmetteva un senso di benessere solo a guardarli.

Nosy Sakatia

Ma le emozioni di questo giorno ancora non erano finite, perché al nostro ritorno “a casa”, ci attendeva uno dei tanti tramonti mozzafiato di questa terra e una serata tutta malgascia. Trucco all’argilla, pareo intrecciato a vestito come le donne africane, band e cibo locali e via tutti in pista con i balli tipici! E per finire la serata tutti ad Ambatoloaka per uno schiuma party in un locale sul mare 🙂

albero sacro madagascar

Il quinto giorno, per compensare la baldoria della sera prima ci siamo dedicati al tour culturale: il tour Sakalava. In direzione di Hell Ville, il capoluogo dell’isola, ci siamo immersi nella storia più profonda del Madagascar, fatta di tradizioni, di religioni animiste, di luoghi sacri e di tabù. Abbiamo attraversato a piedi nudi, l’albero sacro più grande di Nosy Be, dove la gente va a pregare. Per entrare in questo luogo di culto naturale, oltre a togliere le scarpe, abbiamo indossato parei colorati che avvolgevano tutto il corpo. Questo albero, con il suo intreccio di rami, liane e foglie ricopre una vasta area, che a guardarla così sembrerebbe una foresta, ma in realtà è un solo ed unico albero. Uno spettacolo della natura che ti lascia di stucco.

Lasciato questo posto “mistico” ci siamo diretti verso il capoluogo ed il suo mercato. Questa cittadina racconta un po’ la storia di Nosy Be, con il suo alternarsi di casette in legno e palazzi.

La via centrale, piena di negozietti, era invasa di tuc tuc e di gente che passeggiava. Il mercato coperto, che si diramava anche nelle strade limitrofe, era un mix di colori e sapori. Banchetti pieni zeppi di spezie come il pepe e curry. Frutta di ogni sorta, cacao, ceste piene di fango e granchi. Strumenti musicali tipici, calamite e tanto altro ancora. Un’ultima panoramica al porto, con le vecchie imbarcazioni di legno arenate sul litorale. Gli zingari del mare, cosi vengono chiamati i pescatori che con la loro barchetta di legno e la vela a triangolo intraprendono il mare per giorni rischiando spesso di restare senza viveri.

Nosy Iranja dal Faro

Il sesto giorno, il giorno di Nosy Iranja! Il Paradiso terrestre. Salpati nuovamente verso la costa sud-ovest del Madagascar ci siamo diretti verso l’isola più bella dell’arcipelago di Nosy Be. Uno spettacolo della natura, l’acqua trasparente e la sabbia bianchissima e finissima. Con la bassa marea, le due isole principali vengono unite da una lunga lingua di sabbia creando cosi una sola e grande isola. Un luogo da togliere il fiato, dove anche gli animali trovano il loro porto sicuro. Le tartarughe vengono a deporre le uova e andando a largo si possono ammirare balene e delfini. Anche qui una piccola passeggiata ti porta al faro, dove la vista regala una visione dall’alto che riempie gli occhi. Un’oasi di pace e bellezza, unica al mondo.

Il settimo giorno, nonché l’ultimo in questa magica isola, l’ho voluto trascorrere in relax al villaggio, godendo della compagnia dei miei nuovi amici malgasci e approfittando di ogni singolo istante per imprimere dentro di me tutti i colori, i profumi, le emozioni e le persone che avevano accompagnato questa mia settimana in Africa! 

Un viaggio in Madagascar significa un viaggio dentro sé stessi, alla scoperta delle origini. Un avvolgersi completamente nella natura più vera e nella vita più semplice. Una realtà fatta di persone povere, ma che arricchiscono te stesso più di qualsiasi cosa materiale. Non hanno niente, ma rispetto a noi, hanno tutto. La vita, il piacere delle piccole cose, le tradizioni. Tutto ciò che noi abbiamo perso dietro all’evoluzione moderna e 2.0 ed è proprio questa sensazione che genera il mal d’Africa.

Donatella T85

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